Da una ricerca di Amnesty International, pubblicata il 22 ottobre 2021 emerge che in Italia, in particolare a Milano e in Lombardia, operatrici e operatori sanitari e sociosanitari impiegati nelle strutture residenziali per anziani, che avevano segnalato le precarie e insicure condizioni di lavoro durante la pandemia da Covid-19, sono stati sottoposti a procedimenti disciplinari iniqui e sono andati incontro a ritorsioni da parte dei datori di lavoro. L’Organizzazione non profit chiede l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta su quanto avvenuto nelle Rsa.
“Operatrici e operatori sanitari e sociosanitari delle strutture residenziali sono stati in prima linea nella lotta contro la pandemia da Covid-19 e sono stati elogiati dal governo italiano per il duro lavoro svolto in condizioni terribili. Tuttavia, queste stesse persone sono state ridotte al silenzio dai loro datori di lavoro quando hanno cercato di esprimere preoccupazione sul trattamento degli ospiti anziani e sulla propria sicurezza”, dichiara Marco Perolini, ricercatore di Amnesty International sull’Europa occidentale.
Per condurre la sua ricerca, tra febbraio e agosto del 2021 Amnesty International ha parlato con 34 operatori in servizio nelle strutture residenziali durante la pandemia da Covid-19, con avvocati, esperti del settore e sindacalisti. Ne è emerso un quadro di un settore ad alta presenza femminile (circa l’85 % del totale) e sotto alta pressione a causa della mancanza di personale, degli stipendi bassi e delle pericolose condizioni di lavoro. La pandemia ha colpito duramente il personale delle strutture residenziali. Secondo dati ufficiali, il 65,6% dei lavoratori e delle lavoratrici che hanno contratto il Covid-19 in Italia, nonché quasi un quarto dei deceduti, erano all’interno di tali strutture.
Nella ricerca si legge che un terzo delle persone intervistate da Amnesty International ha denunciato un clima di paura e di ritorsioni sul posto di lavoro. La conclusione è che se la campagna vaccinale, che ha dato priorità alle persone all’interno delle strutture residenziali, al personale sanitario e sociosanitario, ha ridotto la morbilità e la mortalità tra gli anziani e tra coloro che operano all’interno di tali strutture, i problemi che affliggono da tempo questo settore (salari bassi, impiego prevalentemente femminile, condizioni di lavoro precarie) rimangono irrisolti.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)