La presidente di Fondazione Ant interviene sul Corriere della sera esprimendo dubbi sulla validità dello strumento dei Social Impact Bond per finanziare interventi di assistenza sanitaria. Piuttosto che avventurarsi su terreni potenzialmente minati, come i SIB, sarebbe auspicabile un migliore utilizzo delle risorse già esistenti, ad esempio coinvolgendo il privato sociale come un vero e proprio partner. Fondazione ANT si prende cura del 25% dei sofferenti di tumore assistiti a domicilio dal Sistema Sanitario Nazionale, circa 10.000 persone all’anno. Dati alla mano l’investimento delle ASL in assistenza domiciliare per le malattie croniche e su un modello organizzativo di integrazione tra sanità pubblica e non profit, genererebbe un utilizzo migliore delle poche risorse disponibili. (Fonte: tratto dall'articolo)