Le disparità di salute che colpiscono i gruppi socialmente svantaggiati come le persone in carcere sono problematiche e possono essere un impedimento al superamento dello svantaggio sociale. L’Università di Sidney ha condotto il primo studio che ha visto il coinvolgimento diretto delle popolazioni carcerarie sul tema dell’assistenza sanitaria penitenziaria. Cinquanta cittadini detenuti, dai 21 ai 71 anni, sono stati interrogati su quelle che reputavano essere le priorità di ricerca sulla loro salute in carcere.
È emerso che tra le priorità di ricerca al primo posto vi era la salute mentale. Non a caso si registrano più alti tassi di prevalenza di malattie psichiatriche tra le persone in carcere rispetto alla popolazione generale. Altri input di ricerca segnalati sono stati le malattie infettive, l’uso di alcol e altre droghe e l’istruzione. La ricerca epidemiologica e i risultati del presente studio indicano che la ricerca e il finanziamento dell’assistenza sanitaria diretti alla salute mentale delle persone in carcere sono imperativi e rappresentano una componente cruciale per superare le disuguaglianze sanitarie a livello più ampio della popolazione.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)