Il 1° settembre del 2018 è partita la sperimentazione di un progetto transfrontaliero che ha unito Italia e Slovenia contro le sfide dovute all’invecchiamento della popolazione.
Nel 2012 è iniziata la migrazione dei senior e delle famiglie che hanno scelto l’assistenza offerta dalla vicina Slovenia: i costi, molto più contenuti di quelli del Belpaese, attirano nuovi residenti soprattutto nelle case di riposo a Capodistria e Lubiana. Strutture private con rette mensili più basse (in alcuni casi fino a 500 euro in meno), ma che costano all’anziano alcuni diritti come la perdita dell’assegno di accompagnamento erogato dall’INPS. A maggio scorso, però, si è conclusa la sperimentazione di CrossCare, una proposta risolutiva nata all’interno del Programma Interreg V-A Italia-Slovenia per l'innovazione, la sostenibilità e la governance transfrontaliera.
Le aree geografiche interessate dal progetto sono state Sacile e Trieste per il Friuli Venezia Giulia, Portogruaro per il Veneto, Capodistria e Lubiana per la Slovenia per un budget complessivo di 1,2 milioni di euro. A guidare la sperimentazione per tutti i 18 mesi è stata la Cooperativa Sociale Itaca accompagnata da enti che hanno maturato un'esperienza ultradecennale nel campo dell’assistenza. La triestina Itis, Azienda Pubblica di Servizi alla Persona, è stata impegnata nello studio e nella realizzazione di modelli sociosanitari personalizzati, mentre a Sacile (PN) i servizi sociali dell'Ambito Distrettuale 6.1 e la Residenza Protetta per anziani hanno individuato un gruppo di senior su cui avviare la sperimentazione. Hanno partecipato anche la veneta residenza per anziani “Giuseppe Francescon”, la casa costiera del pensionato di Capodistria e la società Deos insieme all’istituto IRSSV (Centro di Ricerca e Valutazione di Politiche Pubbliche) della capitale slovena.
Nell’ambito di CrossCare si è svolta la formazione di un personale specializzato che nelle Case di riposo a Trieste, Capodistria, Sacile e Portogruaro ha portato alla creazione di “Punti di Servizio Anziani” dove sperimentare la figura professionale del "care manager": un professionista che funge da anello di congiunzione tra le famiglie, i senior e i servizi sanitari e socio-assistenziali esistenti sul territorio, offrendo prestazioni personalizzate. Sono stati testati anche alcuni ausili domotici che, collegati alla Casa di riposo e all'operatore domiciliare, permettono di registrare informazioni sulle attività dell'anziano in tempo reale, rassicurando la famiglia sul suo stato di salute e facilitando le eventuali operazioni di assistenza sociosanitaria.
A febbraio scorso, i partner italiani si sono riuniti per discutere i risultati della sperimentazione che hanno superato le più rosee aspettative. “È evidente l’importanza della precoce individuazione dei bisogni: quanto prima la famiglia è aiutata a far emergere le proprie necessità, tanto maggiore e positivo sarà l’esito in termini di benessere socio sanitario per l’anziano fragile e per l’intero nucleo familiare” sostiene Cinzia Canali, direttrice della Fondazione Zancan che da cinquant’anni opera nell’ambito delle politiche sociali, sanitarie ed educative. La moltitudine e la complessità dei percorsi disponibili e delle procedure burocratiche per accedere alle cure domiciliari transfrontaliere può disorientare le famiglie che, invece, manifestano il bisogno di essere seguite adeguatamente. L’obiettivo del progetto CrossCare è quello di rafforzare la capacità di cooperazione istituzionale e degli operatori sociosanitari dedicati alla cura dell’anziano studiando soluzioni alle sfide dell'invecchiamento.