L'appello internazionale "Senza anziani non c'è futuro" uscito in questi giorni in tutta Europa, richiama le morti degli anziani e una sanità per tutti.
Le polemiche su lockdown, immunità di gregge e Fasel, si sono risolte in una strage mai vista di anziani in istituto in tutto il continente. Voluto da Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, l'appello è stato firmato da personalità della cultura e della scienza. Alla base della strage degli anziani nelle Rsa c'è un'aberrazione culturale: l'utilitarismo applicato alla sanità.
Una sanità privatizzata o gestita con logiche privatistiche si basa sull'utile non sulla cura. La società non può permettersi troppi anziani, costosi e improduttivi. Il sistema privatistico seleziona dividendo in sanità di serie A e di serie B (o peggio).
E' la cultura dello «scarto». In nome del risparmio e dell'efficienza si è distrutta la sanità territoriale ed è venuto progressivamente meno l'accesso alle cure per tutti. Si dirà che costa: è vero ma l'alternativa è contro la Costituzione e la civiltà del diritto occidentale. Siamo pronti a tale cultura di morte che può decidere di fare a meno dei propri anziani? Il principio di salvare la vita sempre è costoso. In Gran Bretagna un sistema a punti induce il servizio sanitario a non ammettere in ospedale pazienti di Covid con più di 60 anni o con altri patologie. In Spagna il governo ha addirittura dovuto mandare l'esercito nelle case di riposo a contare i morti. In Francia si è autorizzato fuori dagli ospedali (leggi: nelle Rsa) l'uso di farmaci speciali che accompagnano la morte.
Non esiste più una sanità per tutti, come diritto. Al suo posto c'è una sanità che, se non salva lo straniero si prepara a non salvare nemmeno il proprio concittadino. Malgrado l'eccellenza della ricerca medica e la qualità del suo personale, l'Europa sembra sul punto di rinunciare alla democrazia sanitaria. Passata l'emergenza, in Italia si aprirà il dibattito sulla sanità. Speriamo che gli italiani nella loro maggioranza appoggino risolutamente il sistema pubblico, quello per cui ci devono essere molti posti, molti medici e infermieri, molta territorialità e tutte le riserve atte a parare ogni colpo. Insomma che prevalga la logica della vita. Per tutti senza esclusioni.
(Fonte: tratto dall'articolo)