L’architettura è la disciplina che ha come scopo l’organizzazione dello spazio in cui vive l’essere umano. Alcune malattie come le forme di demenza degenerativa, in particolare l’Alzheimer, sono state descritte in pubblicazioni e saggi che precisano l’inadeguatezza degli spazi domestici e di quelli pubblici a fronteggiare i diversi aspetti della malattia e della sua sintomatologia. Numerosi sono i fattori legati alla condizione patologica che influenzano l’approccio della persona affetta da demenza nei confronti dell’ambiente circostante, quali la mancanza di orientamento e di elementi di riferimento, l’alterazione delle capacità visive e della memoria, fino alla perdita della coscienza di sé nei confronti dello spazio e delle cose.
La missione delle culture dell’abitare è nel tendere ad armonizzare il mondo materiale fisico degli spazi con la vita per renderla più umana, oltre il limite della tecnica, in modo che si possa offrire all’uomo una esistenza armoniosa e felice fino alla conclusione della sua esistenza. Per presentare un progetto in grado di assicurare una migliore qualità della vita ai malati e ai loro familiari, è necessario considerare le condizioni domestiche di riqualificazione del patrimonio dell’edilizia privata e migliorare la coesione sociale e la qualità della vita, con una visione attenta anche alle malattie della demenza e dell’Alzheimer. L’idea è riqualificare territori degradati e carenti di servizi e infrastrutture, come quelle del comune di Ginosa e di altri località della Provincia di Taranto, allargandosi ad altre zone della Basilicata già individuate da attenzioni economiche e ministeriali con una visione interdisciplinare tra Architettura Salute e Medicina.
Alcune esperienze architettoniche messe in atto nelle recenti attività sperimentali (Dementia care 2015) indicano modelli operativi su cui riflettere, per innestare nel contesto delle due regioni di Puglia e Basilicata strategie e pratiche sperimentali simili e poter fornire un piano di pratiche e trasformazione della qualità della vita. Queste problematiche potrebbero essere affrontate in modo operativo con una razionale diagnosi precoce delle persone che presentano sintomi di demenza; una analisi e progettazione degli spazi e contesti dell’abitare nella situazione istituzionale delle RSA in Puglia e Basilicata; il recupero di quartieri a rischio abbandono per destinazioni sociali.
Considerando la relazione stretta tra “Demenze - Architettura - Salute”, le azioni da intraprendere dovranno analizzare “casi studio e campi d’indagine” dalle RSA allo spazio domestico (aree interne depresse, piccoli centri, spazi di ambito pubblico e familiare); conoscere i luoghi frequentati dagli anziani sofferenti; descrivere gli spazi dell’assistenza domiciliare e del volontariato; istituire corsi di educazione di base alle forme innovative dell’abitare; prevedere corsi di formazione per assistenti familiari e architetti specialisti degli spazi della salute, il recupero di centri storici e strutture residenziali con progetti per abitare il piano zero, la costruzione di nuove case sociali con alloggi adeguati alle normative sulle demenze.
È inoltre fondamentale indagare anche sul piano delle risorse e del lavoro (bonus 110%, ecc.) per intervenire sul patrimonio esistente, pubblico e privato. La scelta non a caso potrebbe cadere sulle suddette zone della Puglia e della Basilicata: prendersi cura di un territorio fragile e debole economicamente richiede una scuola per nuove figure operative e specialistiche, in grado di comprendere la complessità delle relazioni tra le mura domestiche prima che nel pubblico delle RSA e degli ospedali all’interno di quanto andiamo precisando nel rapporto tra Architettura, Salute, Alzheimer.
L’idea di base sta nella definizione di etica urbana, che lega gli spazi dell’abitare con la natura e la salute delle persone. Come è il Tubercolosario di Alvar Aalto, in Finlandia. L’Architetto nel corso di una conferenza dichiarò i principi del suo progetto sostenendo che “Lo scopo primario dell’edificio è di funzionare come uno strumento medico”, dove le stanze vengono definite dalle esigenze del paziente.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)