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Montebelli Maria Rita

Curare l’ipertensione per salvare il cervello

Il Messaggero, 10-06-2020, p.21

Curare la pressione alta, oltre ad evitare infarto o ictus, al salvaguardare la vista e la funzionalità dei reni, tiene anche lontano il pericolo di demenza o decadimento cognitivo. Questi i risultati di una metanalisi condotta su 14 trial clinici, per un totale di più di 96 mila pazienti, pubblicata su JAMA per cui tenere sotto controllo la pressione riduce del 60% il rischio di demenza e del 30% quello di declino cognitivo.

La correlazione tra ipertensione e deficit cognitivo è stata messa in risalto sin dagli anni 80, ma ora è risultato evidente il beneficio su tutti gli ipertesi trattati in maniera adeguata. Va detto anche che il controllo della pressione arteriosa, anche se tardivo, può dare comunque dei benefici. Ma la pressione è differente a seconda delle fascia d'età. Sotto i 65 anni la raccomandazione è di puntare a 130 per la massima e 80 per la minima, nelle persone al di sopra dei 65 anni la raccomandazione è di stare tra i 130 e i 140 mmHg di sistolica.

Cambia infine per i grandi anziani (75-80 anni), dove, in maniera cauta, si deve arrivare tra i 140 mmHg e i 150 mmHg di sistolica. Le linee guida per i farmaci raccomandano negli anziani ACE-inibitori e sartani, ma anche con i calcio-antagonisti sono stati ottenuti buoni risultati, mentre meno indicati per loro sono diuretici (l'anziano va incontro a disidratazione) e beta-bloccanti (possono dare alterazioni della conduzione cardiaca).

(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)

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Autore (Cognome Nome)Montebelli Maria Rita
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2020
Pagine21
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2020-06-10
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Messaggero
Subtitolo in stampaIl Messaggero, 10-06-2020, p.21
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)
Volume
Approfondimenti
Montebelli Maria Rita
Attori
Parole chiave: Disturbi della memoria Malattie cardiovascolari