Al 31 dicembre 2023 le scadenze europee sulla missione Salute del Pnrr che condizionano il pagamento delle rate sono state tutte rispettate. E delle scadenze nazionali l’unica tra le tre differite, riguarda l’assistenza domiciliare integrata (Adi) negli over 65, ma altri ostacoli sono all’orizzonte: grave carenza di infermieri, ruolo dei medici di famiglia e gap Nord-Sud. Su quest’ultimo punto il ddl Calderoli «va in direzione opposta all’obiettivo del Pnrr di ridurre le diseguaglianze».
È quanto emerge dal monitoraggio indipendente dello stato di avanzamento della Missione Salute del Pnrr, condotto dalla Fondazione Gimbe e avviato al fine di fornire un quadro oggettivo sui risultati raggiunti, di informare i cittadini ed evitare strumentalizzazioni politiche. L'unica a dover essere attenzionata è l’Assistenza domiciliare integrata: entro marzo 2023 avrebbero dovuto essere assistiti in Adi 296mila pazienti over 65, una scadenza slittata di 12 mesi per le enormi differenze regionali nella capacità di erogare l’assistenza domiciliare, ambito in cui il Centrosud era già molto indietro.
Infatti, precisa la Fondazione Gimbe, «secondo quanto previsto dal decreto del ministero della Salute del 13 marzo 2023, per assistere almeno il 10% della popolazione over 65 in Adi, il Pnrr si pone l’obiettivo di aumentare il numero delle persone prese in carico passando dagli oltre 640mila del 2019 a poco meno di 1,5milioni nel 2026». Tuttavia, come spiega Cartabellotta, se da un lato è realistico il raggiungimento del target nazionale, dall'altro è molto difficile colmare i divari regionali.
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)