Le cure palliative possono essere organizzate a casa del paziente, negli ambulatori, in ospedale, nelle altre strutture sanitarie o socio-sanitarie (Rsa), in quelle per persone con disabilità e negli hospice. Per accedervi serve una richiesta del medico, di libera scelta o specialistico, dopo una valutazione congiunta tra i professionisti sanitari coinvolti nella presa in carico del malato, che ha diritto non solo alle prestazioni sanitarie e farmacologiche ma anche al sostegno psicologico e socioassistenziale per sé e la famiglia.
La legge 38/2010 prevede l’attivazione di reti della terapia del dolore su base regionale con un sistema basato sull’interazione degli ambulatori di medicina generale per garantire ai pazienti risposte uniformi sul territorio nazionale. A conferma della quasi mancata applicazione di tali cure per i pazienti del SSN (specie per quelli ricoverati in Rsa o a domicilio, malati cronici non autosufficienti), è utile fare riferimento agli “Elementi di preparazione e risposta al Covid 19 nella stagione autunno-invernale”, pubblicato l’11 agosto 2020, nei quali il Ministero della Salute ha descritto le principali azioni fornite dal Sistema Sanitario in risposta alla pandemia.
Ebbene, le cure palliative sono citate una sola volta (Sezione 3 Area Territoriale) che prevede l'“incremento delle azioni terapeutiche e assistenziali a livello domiciliare, per rafforzare i servizi di assitenza domicilirae integrata per i soggetti affetti da malattie croniche, disabili, con disturbi mentali, con dipendenze patologiche , non autosufficienti, con bisogni di cure palliative , di terapia del dolore e per le situazioni di fragilità, ai sensi dell’art. 1, comma 4, del D.L. 34/2020, come convertito nella L. 77/2020”. Una mera dichiarazione di intenti rispetto ad un bisogna diffuso e illegalmente ignorato.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)