L'Hypertension, l'organo ufficiale dell'American Heart Association, la principale associazione cardiologica mondiale, ha pubblicato i risultati di un'importante ricerca sulla ipertensione arteriosa che è uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare, spesso causa di infartomiocardico e ictus cerebrale. Alcuni studi pubblicati negli ultimi anni avevano suggerito che non è sufficiente tenere i valori di poco inferiori ai 140 mmHg per la pressione massima (sistolica) e ai 90 mmHg per la pressione minima (diastolica), come a lungo si è creduto, ma è importante raggiungere valori pressori ancora più bassi allo scopo di ridurre in misura maggiore il rischio di ictus, infarto cardiaco e tante complicanze cardiovascolari. "Alla luce di tutti questi studi -dice il dottor Verdecchia, direttore di medicina all'ospedale di Assisi della Usl Umbria 1 e coordinatore della ricerca - è stata condotta un'analisi sui dati di oltre 53mila pazienti, raccolti in oltre 20 anni di lavori scientifici, che ha chiarito definitivamente che la pressione arteriosa dovrebbe essere ridotta in misura più intensiva di quanto facciamo oggi, cioè a livelli almeno inferiori ai 130/80 mmHg”.
(Sintesi redatta da: Lucio Lupini)