In occasione della Giornata dell’Alzheimer AIMA, Associazione italiana malattia di Alzheimer e Società Italiana di Neurologia (SIN) presentano le “7 buone proposte per non dimenticare l’Alzheimer”. “Dobbiamo pensare ai malati di oggi e a quelli di domani, che avranno esigenze diverse. I malati di oggi hanno bisogno di servizi più adeguati che colmino anche la incredibile disparità di trattamento tra i diversi sistemi regionali” ha dichiarato Patrizia Spadin, Presidente di Aima. “Ci sono poi i malati di domani, ha aggiunto, per loro si intravede finalmente una luce in fondo al tunnel grazie alle diagnosi precoce. Il sistema sanitario deve però attrezzarsi ad accogliere un numero sempre di più grande di pazienti per capire quali potranno essere quelli eleggibili per le nuove terapie”.
Insieme all’appello per un piano di interventi strutturali per colmare le lacune del sistema sanitario italiano, il documento evidenzia altre direttrici di lavoro future. In primo luogo, andrà colta l’occasione delle Case della comunità previste nel PNRR, affinché siamo adeguatamente organizzate per includere anche Centri per i disturbi cognitivi e le demenze, valorizzando il contributo multidisciplinare di specialisti (medici e professionisti sanitari), medici di medicina generale e assistenti sociali. In un’ottica di prossimità, il documento auspica che gli ospedali di comunità possano essere pienamente coinvolti per dare risposte a livello territoriale alle esigenze specifiche dei pazienti Alzheimer, così come gli infermieri di famiglia e di comunità, figure indispensabili nelle situazioni di maggiore fragilità sociale.
Sul fronte dell’assistenza domiciliare integrata (ADI), il documento auspica la creazione di un ADI Alzheimer dedicato, da sviluppare coerentemente con gli obiettivi del PNRR, per portare alle famiglie competenze specialistiche multidisciplinari nonché attività riabilitative, psico-educazionali e di sostegno, anche in digitale. Infine, AIMA e SIN ricordano che l’Italia non è ancora allineata rispetto al quadro normativo di altri Paesi europei che riconoscono il ruolo del caregiver anche attraverso specifiche tutele. In questo senso, la formazione dei caregiver professionali e il sostegno al caregiver familiare sono provvedimenti indispensabili, considerata la complessità della gestione della persona con malattia di Alzheimer che richiede competenze che le famiglie imparano sul campo.Il documento di AIMA e SIN traccia anche un quadro sintetico sulla diffusione e l’impatto della malattia, sintetizzato in “7 buoni motivi per non dimenticare l’Alzheimer”.
In Italia si stimano oggi circa 1.200.000 casi di demenza, di cui circa 700.000 di malattia di Alzheimer. Le proiezioni, da qui ai prossimi decenni, vedranno un incremento notevole della prevalenza soprattutto per via del processo di invecchiamento della popolazione italiana. L’Alzheimer è la terza causa di morte tra gli over 65 in Europa occidentale e una delle principali cause di disabilità nella popolazione over 60 a livello mondiale. L’Italia è il secondo Paese più vecchio al mondo (con il 63% di over 65enni), è più interessata di altri Paesi a una strategia specifica che preveda un piano di investimenti per la gestione dell’anziano e del suo stato di salute. Con oltre il 50% di famiglie unipersonali dovrà prepararsi al sostegno della risorsa-famiglia, dove presente, e attrezzare servizi per quella domanda che non potrà beneficiare della cura informale delle famiglie.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)