Come noto, il termine ageismo è un neologismo coniato da un gerontologo e psichiatra americano, Robert Neil Butler, per indicare l’atteggiamento di discriminazione e pregiudizio nei confronti di un individuo o di un gruppo sulla base dell’età. Colpisce soprattutto le donne che hanno superato i cinquant’anni, ma adesso loro cominciano a difendersi e le prime a scendere in campo sono le star di Hollywood, che si sentono discriminate sul lavoro. In Italia se ne parla ancora poco, ma c'è chi come professione svolge quella di coach, come Paola De Vescovi, romana, che aiuta le donne a reinventarsi: "Le persone con incarichi manageriali o impiegate in ambienti accademici che si rivolgono a me sono sempre di più. Profili alti che vengono messi in competizione con colleghi più giovani ". In America le donne sono molto più agguerrite, come ad esempio la scrittrice e attivista americana Ashton Applewhite, autrice del saggio "Il bello dell’età" che si domanda: " Ma che male c’è a dimostrare la propria età? Anzi, che male c’è ad avere la propria età, qualunque essa sia?". E ha avuto un’idea: rivendicare l’“age-pride”.
(Sintesi redatta da: Mamini Marcello)