Gli scarti della lavorazione del limone possono essere trasformati in integratori e nutraceutici utilizzabili poi nel prevenire alcune patologie come obesità, diabete, ipercolesterolemia e disturbi cardio-vascolari.
L'ENEA - Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile - in collaborazione con le aziende siciliane Navhetec srl e Agrumaria Corleone spa, ha brevettato una metodologia innovativa che si basa sull’impiego della tecnologia "separazione su membrana", abbinata a successive fasi di incapsulamento ed essiccazione mediante tecnologia di spray-drying o essiccazione a spruzzo.
In questo modo dagli scarti e dai sottoprodotti della lavorazione del limone si ottengono delle nanovescicole. Si tratta di piccolissime sfere ricche di composti bioattivi come acidi nucleici, polifenoli, lipidi e proteine.
Il brevetto è applicabile anche ad altre matrici vegetali e permette di ottenere un prodotto di facile dosaggio ed utilizzo, ad alta stabilità e conservabilità, facilmente trasferibile su scala industriale, con costi e tempi di produzione ridotti rispetto alle tecniche tradizionali di ultracentrifugazione.
Secondo Paola Sangiorgio, ricercatrice del Laboratorio Bioprodotti e Bioprocessi del Centro Ricerche ENEA della Trisaia, il brevetto è anche utile per creare cibi e bevande con proprietà nutraceutiche. Si ispira inoltre al principio "zero waste", cioè zero rifiuti, nei processi produttivi, rispondendo sia a esigenze ambientali che economiche.
(Sintesi redatta da: Righi Enos)