Il Rapporto Cnel sui servizi pubblici 2022 descrive un’Italia che fa passi in avanti nei servizi pubblici, con un balzo della digitalizzazione, ma non riesce ad affrontare le nuove sfide, a cominciare da quella dell’invecchiamento della popolazione, con la richiesta di servizi territoriali sempre più capillari e specializzati.
Tra il 2021 e il 2022 c’è stato un incremento del 2% della spesa per i servizi sociali dei Comuni in Italia, che ha raggiunto la cifra di 9,7 miliardi (anche se c’è un abisso tra i 583 euro pro capite della provincia di Bolzano, i 239 del Sud Sardegna e soprattutto i 6 di Vibo Valentia). Quello degli anziani è l’unico target di utenza che ha registrato una diminuzione di spesa sia in termini reali che nominali in 13 regioni. A ridursi soprattutto l’assistenza domiciliare (-5,8%).
Al contrario, aumenta la spesa per i disabili, le famiglie e i minori. Ma anche in questo caso i livelli di spesa non sono omogenei: la spesa per i disabili diminuisce in Calabria, Veneto, Basilicata e Valle d’Aosta. Un impulso all’assistenza domiciliare e territoriale agli anziani non autosufficienti dovrebbe arrivare, ricorda il Cnel, dalla riforma appena approvata nell’ambito del Pnrr.
Al momento i divari di spesa e di assistenza non potrebbero essere maggiori: si va da una spesa per singolo over 60 di 5 euro (Vibo Valentia) ad un massimo di 1.132 euro (Bolzano). E anche il confronto con gli altri Paesi è impietoso: hanno accesso all’assistenza domiciliare 61 anziani ogni 1000 abitanti, mentre in Olanda, Spagna, Svezia e Germania si va da un minimo di 80 fino a 120 ogni mille abitanti.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)