Il prestito ipotecario vitalizio consiste nel poter monetizzare la casa di proprietà senza metterla in vendita e continuando ad abitarci. E’ stato introdotto in Italia con una legge del 2005 ed «aggiornato» nel 2015 attraverso una nuova normativa. Dal 2 marzo entrano in vigore i decreti attuativi varati dal Ministero dello Sviluppo economico. Ecco come funziona: all’over 60 (senza che vi sia un limite massimo d’età) sarà concesso un finanziamento a fronte dell’iscrizione di una ipoteca sulla casa di proprietà (purché non ve ne siano già presenti altre e che sia prima casa). L’abitazione quindi sarà parzialmente monetizzata, l’importo varierà fra il 15 e il 50% del suo valore, in base alla tipologia dell’immobile e alla età del suo proprietario; i tassi di interesse sono uguali a quelli dei mutui tradizionali. L’anziano incasserà i soldi e continuerà ad abitare nella casa, senza obbligo di rimborso. Alla morte dei proprietario - se questi non ha provveduto a rimborsare il prestito - gli eredi avranno tre soluzioni: a) estinguere il debito nei confronti dalla banca e liberare l’immobile dall’ipoteca; b) vendere l’immobile ipotecato; c) lasciare che la banca mutuataria venda l’immobile secondo criteri di mercato per rimborsare il proprio credito. Gli eredi se decidono di non estinguere il debito, hanno un anno di tempo per decidere se vendere da soli o farlo fare alla banca. L’immobile sarà venduto a valori di mercato e all’erede, una volta estinto il debito, andrà il sovrappiù. Se invece la banca, attraverso la vendita dell’immobile, non riuscirà a rimborsare il debito, nulla potrà chiedere agli eredi.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)