A motivo della indisponibilità di posti letto negli ospedali del Canton Ticino (Svizzera), un’informativa redatta dal Gruppo di lavoro Case anziani medicalizzate, inviata a tutti i direttori sanitari del Cantone, suggerisce di“filtrare” maggiormente le ospedalizzazioni e, se possibile, curare il residente di casa anziani nella propria camera.
Fra gli aspetti etici che entrano in considerazione nella scelta di ospedalizzare o meno gli ospiti delle case anziani c’è la “non maleficenza”: impedire, se la valutazione multidisciplinare stabilisce una prognosi infausta, che l’anziano sia intubato e ventilato, «in modo da evitare così un’ulteriore sofferenza che si configura in un futile accanimento terapeutico».
Ma c’è pure “l’autonomia decisionale” (il consenso libero e informato dei pazienti) che però «non sempre potrà essere garantita». Basandosi sui dati raccolti in Italia, il Gruppo di lavoro evidenzia poi come la mortalità globale dei pazienti ammessi in cure intense sia del 40% e che questa varia molto in funzione dell’età.
Maggiore è l’età, maggiore è la mortalità (nei soggetti sopra gli 85 anni la mortalità è dell’80%). «La beneficenza di un ricovero è quindi sproporzionatamente bassa», viene sottolineato, precisando però che «non c’è bianco o nero e l’età non è un criterio di selezione».
Il meccanismo con il quale i pazienti sono ammessi in cure intense deve piuttosto tenere conto di criteri legati allo stato di salute alla resistenza alle cure: «Il paziente ha/non ha le caratteristiche per sopravvivere (fattori predittivi)?». Nel documento si parla anche dell’ipotesi di concentrare i pazienti delle case anziani positivi al coronavirus in un unico istituto (un po’ come avviene oggi alla Carità e a Moncucco per i pazienti positivi di tutte le età). Ma si tratta di una misura di difficile realizzazione.
Piuttosto, in ogni Casa per anziani deve essere valutata la possibilità di “centralizzare” spostando i residenti in un’unica ala. Si rende però attenti sul fatto che ogni stanza «è il luogo di vita del residente stesso».
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)