Non è vero che siano più di 12 milioni gli italiani che oggi hanno rinunciato a curarsi come sostenuto dall'indagine pubblicata dal Censis. Dall’indagine europea sul reddito e le condizioni di vita delle famiglie (EU-SILC) 2015 fatta su un campione di 73.204 italiani risulta che il 67% dichiara di avere una salute buona o ottima. Il 22% una salute mediocre e l’11% una salute cattiva o pessima. Coloro che si considerano malati sono in Italia circa sette milioni e con minori problemi di salute altri 15 milioni. In un anno i ricoveri ospedalieri sono circa 10 milioni pari quindi a quasi la metà di coloro che non si ritengono in buona salute. Come fanno quindi ad esserci, come viene scritto e detto dal Censis, 12 milioni di italiani che rinunciano del tutto alle cure? Sempre con la stessa indagine europea risulta che sono solo poco più del 7% gli italiani che hanno rinunciato ad una prestazione per vari motivi, tra cui il principale è quello economico, dichiarato da circa 4 milioni. E questi hanno dichiarato non di aver rinunciato “alle cure” ma solo a “singole prestazioni” avendone invece usufruite in diversi casi di molte altre! Certamente la spesa privata è in crescita ma solo una quota minoritaria serve a compensare dei problemi di accesso creati dal SSN, mentre una quota molto più importante ha come ragione una scelta personale di preferenza ed infine la maggior parte della spesa privata riguarda prestazioni di dubbia utilità. La diffusione di simili notizie sembra fatta per screditare il SSN e per aprire nuovi spazi alle assicurazioni private, i cui imprenditori sono spesso proprio tra gli sponsor di indagini, convegni, scritti che veicolano questi scenari.
(Fonte: tratto dall'articolo)