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Piccoli Andrea

Deambulazione degli anziani legata alla proteina amiloide

www.italiasalute.it, 11-12-2015

La quantità di proteina beta-amiloide accumulata a livello cerebrale determina modifiche alle capacità deambulatorie degli anziani. Ciò anche in assenza di sintomi evidenti di Alzheimer. A dirlo è uno studio pubblicato su Neurology da un team guidato da Natalia del Campo dell'Università di Tolosa. Il trial ha visto la partecipazione di 128 soggetti con età media di 76 anni senza segni di demenza, ma considerati a rischio di svilupparla per la presenza di un lieve deterioramento cognitivo. I volontari che hanno preso parte al Multidomain Alzheimer Preventive Trial sono stati sottoposti a tomografia cerebrale a emissione di positroni per la misurazione dei livelli di placche amiloidi nel parenchima encefalico. «Le placche sono costituite da depositi densi di una proteina chiamata beta-amiloide, e il loro progressivo accumulo nel cervello è stato associato allo sviluppo della malattia di Alzheimer», spiega la prof.ssa Natalia del Campo. Altri fattori potenzialmente confondenti – età, livello di istruzione, gravità del deficit mnemonico – sono stati considerati e la cosa non ha modificato la correlazione esistente. «È possibile che una riduzione della capacità deambulatoria, oltre ai disturbi mnemonici, possa segnalare la malattia di Alzheimer prima ancora della comparsa dei segni clinici», spiega del Campo. Un'altra recente ricerca dell'Università di Pittsburgh, in Pennsilvanya, stabilisce peraltro un nesso fra il modo in cui una persona anziana cammina e il numero di anni che quest'ultima vivrà. Alle stesse conclusioni, peraltro, erano giunti alcuni ricercatori francesi dell'Université Pierre et Marie Curie di Parigi dopo un approfondito studio durato cinque anni e pubblicato sulla rivista British Medical Journal. Secondo gli scienziati d'oltralpe, infatti, le persone anziane che camminano lentamente avrebbero una probabilità di morire per problemi legati al funzionamento del cuore superiore di tre volte rispetto a chi preferisce il passo sostenuto. I pericoli maggiori riguarderebbero appunto patologie di carattere cardiovascolare come l'infarto e l'ictus. Altri studi in precedenza avevano sostenuto che il grado di movimento fisiologico è associato ai maggiori casi di ricoveri ospedalieri e all'incidenza di cadute e disabilità, ma questo è il primo a mettere in relazione un'andatura lenta alle patologie cardiovascolari.

(Fonte: tratto dall'articolo)

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Autore (Cognome Nome)Piccoli Andrea
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LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo2015-12-11
Numero
Fontewww.italiasalute.it
Approfondimenti Onlinewww.italiasalute.it/10256/pag2/Deambulazione-degli-anziani-legata-alla-proteina-amiloide.html
Subtitolo in stampawww.italiasalute.it, 11-12-2015
Fonte da stampare(Fonte: tratto dall'articolo)
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Piccoli Andrea
Parole chiave: Demenza senile Disturbi della memoria Funzioni cognitive Malattia di Alzheimer Ricerca