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Declino cognitivo e Alzheimer: i quattro pilastri della prevenzione

www.pleinair.it, 08-11-2017

Sono 40 milioni i malati di Alzheimer nel mondo, mezzo milione solo in Italia, e le stime prevedono che entro il 2050 toccheranno quota 135 milioni. Un “mostro” dei nostri tempi contro cui non esistono ancora cure definitive: l’unica certezza è la prevenzione, improntare il proprio stile di vita alla protezione del cervello in vista di quando diventeremo anziani. La scienza cerca incessantemente di svelare i misteri di questa epidemia contemporanea ed è appena pervenuta a un’importante conclusione che mette in luce l’origine della malattia Alzheimer: il venir meno della dopamina, un neurotrasmettitore che sembra indispensabile per il buon funzionamento dell’ippocampo, struttura cerebrale da cui dipende la memoria. La morte dell’area del cervello che produce la dopamina, che si verifica in corso di depressione,sarebbe proprio all’origine dell’Alzheimer. Si ribalta, di conseguenza, il ruolo della depressione: non più effetto, ma campanello d’allarme-causa dell’insorgenza della malattia. E’ quanto appurato da uno studio recentemente pubblicato sulla rivista ‘Nature Communications’ condotto dagli scienziati dell’Università Campus Bio-Medico di Roma in collaborazione con la Fondazione IRCCS Santa Lucia e del CNR di Roma.  Ecco i quattro fondamentali della strategia utile ad assicurarci un cervello sano e longevo.

1- INTESTINO SANO PER UN CERVELLO SANO - Stretta è l’interconnessione tra salute del cervello e quella dell’intestino considerato, ormai unanimemente, il nostro “secondo cervello”. Il microbioma, il DNA appartenente ai miliardi di batteri buoni che abitano l’intestino, è in costante comunicazione con il cervello: si scambiano messaggi fondamentali per la sopravvivenza dell’uomo e il suo benessere. Se il dialogo tra testa e pancia è sano lo è anche il sistema immunitario, l’attività muscolare, la difesa dalle infiammazioni, il buonumore, la capacità di apprendimento e la memoria.  Per tutte queste ragioni assicurarci un’alimentazione adeguata a proteggere la flora batterica intestinale – ricca di cereali integrali, frutta, verdura, yogurt,prodotti fermentati – equivale a tutelare anche la salute cerebrale.

2- NO A UN CERVELLO CARAMELLATO -  L’Alzheimer è chiamato anche “il diabete del cervello” e non è un caso che i diabetici presentino un rischio raddoppiato di contrarre la malattia. Ragione in più per preoccuparsi di tenere sotto controllo i livelli di zuccheri nel sangue attraverso una dieta bilanciata che non ecceda in carboidrati raffinati e zuccheri, tutti alimenti che apportano un eccesso di glucosio. Le proteine glicate s’induriscono proprio come i cibi caramellati o come la crosta del pane che diviene croccante con la cottura. A questi danni provocati dal glucosio non sono immuni le proteine del cervello: la glicazione è fonte di neurodegenerazione fino all’Alzheimer. In altri termini il rischio è quello di ritrovarsi un cervello caramellato!

3- NON DEMONIZZARE I GRASSI - Se gli zuccheri sono  del cervello, suoi grandi alleati sono, invece, i grassi “buoni”, quelli insaturi come quelli dell’olio extravergine d’oliva o gli omega 3 tipici del pesce. Ma anche – purché in dosi contenute – quelli saturi presenti in carne rossa, burro, tuorlo d’uovo e formaggi non sono da meno.

4- RIMANERE ANIMALI SOCIALI- L’ultimo pilastro della prevenzione delle malattie del cervello è la socializzazione. L’isolamento è amico dell’Alzheimer mentre vivere in un contesto solido di relazioni familiari e sociali è un vero e proprio elisir di longevità cerebrale. L’anziano isolato tende a deprimersi e abbiamo visto come la depressione possa essere il primum movens verso l’Alzheimer.

(Fonte: tratto dall'articolo)

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LinguaItaliano
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Data dell'articolo2017-11-08
Numero
Fontewww.pleinair.it
Approfondimenti Onlinewww.pleinair.it/mangiare-secondo-natura/declino-cognitivo-e-alzheimer-i-quattro-pilastri-della-prevenzione/
Subtitolo in stampawww.pleinair.it, 08-11-2017
Fonte da stampare(Fonte: tratto dall'articolo)
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Parole chiave: Alimentazione Esclusione, emarginazione Malattia di Alzheimer Prevenzione