Il declino cognitivo lieve è un disturbo che talvolta può precedere lo sviluppo di demenze e malattie neurodegenerative, tra cui l'Alzheimer. Insorge generalmente dai 60 anni in poi, con un'incidenza che può raggiungere il 25 per cento circa nella fascia di età compresa tra gli 80 e gli 84 anni. Dell'argomento si è parlato di recente a Milano, nel corso dell'incontro 'Dove ho messo la testa', organizzato in occasione della Settimana mondiale del cervello. «La perdita di memoria è uno dei segnali meritevoli d'attenzione, ma va distinto dalle normali dimenticanze dettate da stress o stanchezza», afferma Stefano Cappa, presidente della Sindem, Associazione autonoma aderente alla Società italiana di neurologia (Sin) per le demenze. «Sicuramente la ripetitività degli episodi e la progressione del disturbo, che vanno a incidere sulla gestione delle attività quotidiane, sono i sintomi più rilevanti». «Una diagnosi precoce è fondamentale per prevenire l'aggravamento della condizione e contrastarne la progressione», avverte Marco Trabucchi, presidente dell'Associazione italiana di psicogeriatria (Aip)».
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