Secondo alcuni scienziati del Thomas Jefferson University Hospital di Philadelphia, i disturbi del sonno rendono il cervello più incline all’accumulo di beta-amiloide, poiché favoriscono la sintesi di questa proteina e ne inibiscono la rimozione. Insomma una scoperta importante se si pensa che è proprio l’accumulo di beta-amiloide a essere responsabile dei deterioramenti mentali e cognitivi.
“I risvegli notturni sono anche associati alla deposizione di beta amiloide nel precuneo, un risultato interessante da considerare alla luce delle recenti scoperte che dimostrano il ruolo del precuneo nel facilitare il sonno ad onde lente. I nostri dati suggeriscono che potrebbe essere necessario un approccio combinatorio rivolto sia alla beta amiloide che alla disfunzione del sonno”, dichiara il prof. Carol Lippa, coordinatore dello studio, del Cognitive Disorders and Comprehensive Alzheimer Disease Center. La ricerca è stata pubblicata su JAMA Network Open online.
(Fonte: tratto dall'articolo)