Studi di ricercatori del progetto Mnesys dedicato a neurodegenerazione, trauma e ictus, suggeriscono che i farmaci anti-colesterolo potrebbero rivelarsi un’arma in più contro l’Alzheimer. Nel cervello adulto il colesterolo è prodotto da varie cellule fra cui gli astrociti. Nel cervello delle persone con Alzheimer si è rilevato un alto livello di PCSK9, una proteina che ha un ruolo nel metabolismo del colesterolo.
La proteina PCSK9 nel cervello limita il trasporto del colesterolo dagli astrociti ai neuroni, con potenziali effetti neurodegenerativi. L’obiettivo, ora, è quindi per gli studiosi quello di individuare nuove molecole capaci di inibire PCSK9 nel cervello, ripristinando così un adeguato rifornimento di colesterolo ai neuroni e preservandone la funzionalità.
Le indagini sul tema della neurodegenerazione osservano che i meccanismi che portano alla morte i neuroni in malattie come il Parkinson, l’Alzheimer o la SLA sono comuni. Spesso dipende da una forma “sbagliata” assunta da proteine essenziali per i neuroni, che le rende non funzionali.
La strategia perciò è di interferire con questi processi attraverso molecole che facciano quasi da “stampella” alla proteina-bersaglio, legandosi a lei e consentendole di funzionare bene. L’obiettivo oggi è andare alla radice dei motivi delle malattie neurodegenerative e individuare farmaci curativi, non più soltanto sintomatici come in passato.
(Sintesi redatta da: Zanetti Silvio)