I Centri Sollievo sono ormai entrati a pieno titolo nella rete regionale dei servizi di diagnosi, cura e assistenza delle demenze; sono espressamente previsti dal piano sociosanitario del Veneto come supporto delle politiche di domiciliarità: nell’ultimo triennio il loro numero in regione è cresciuto passando dai 106 del 2016 ai 158 del 2019. Assistono 2.000 persone con l'aiuto di 1.800 volontari.
La Giunta regionale del Veneto ha rifinanziato con un milione e mezzo di euro i Centri Sollievo attivati sul territorio da terzo settore, volontariato, Comuni e Ulss come esperienze di auto-aiuto per i familiari e di sostegno alle persone affette da decadimento cognitivo.
La risorse, confermate con la nuova delibera sono assegnate alle Ulss in proporzione al numero di over 65 residenti e al numero delle persone in carico ai Centri, ma anche in base al numero dei giovani volontari, delle associazioni e dei Comuni coinvolti.
L’evidenza scientifica di questi anni di sperimentazione ha confermato che i Centri Sollievo aiutano la permanenza della persona anziana il più a lungo possibile a casa propria e ritardano il processo involutivo sostenendo e rinforzano le abilità residue. Sono un punto di incontro e di socializzazione per le persone anziane, ma costituiscono anche un servizio significativo per i famigliari che, nelle figure specializzate e nei volontari dei centri, trovano appoggio, consulenza e supporto.
Rendono alla popolazione un servizio che alleggerisce i carichi di assistenza e cura, valorizza il mutuo-aiuto e rompe il cerchio di isolamento che circonda i nuclei familiari alle prese con il decadimento cognitivo di un loro componente.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)