Il censimento nazionale sulle strutture pubbliche o convenzionate deputate alla diagnosi e al trattamento di disturbi cognitivi e demenze, realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, ha individuato molte criticità. In un caso su 5, i Centri per la diagnosi e il trattamento di disturbi cognitivi e demenze (Cdcd) – previsti dal «Piano Nazionale Demenze» in vigore da gennaio – sono aperti solo un giorno alla settimana e in pochi sono stati attivati i percorsi assistenziali per i pazienti. Dall’indagine emerge che i neurologi sono presenti in 6 Cdcd su 10, i geriatri in 1 su 2, gli psichiatri in meno di 1 su 5, mentre sono figure professionali che dovrebbero essere presenti contemporaneamente e dovrebbe esserci anche lo psicologo che manca in 4 strutture su 10. Per quanto riguarda i Centri diurni quasi tutti offrono il servizio infermieristico ma solo in 1 centro su 2 ci sono i terapisti occupazionali - addetti cioè alla riabilitazione delle funzioni cognitive - e gli assistenti sociali per supporto ai pazienti e ai loro familiari. Poche le informazioni fornite dalle strutture residenziali: su 1.304 censite hanno risposto appena 269 e di queste, solo 2 su 10 sono gestite direttamente dal servizio pubblico, le altre sono accreditate o in convenzione.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)