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Rosina Alessandro

Denatalità, agire subito per evitare il crollo

Il Sole 24 ore, 07-08-2023

Tre aspetti preoccupano la demografia italiana. Il primo è dato dalle dinamiche particolarmente negative della natalità e dagli effetti distorcenti che produce sulla struttura per età. Il secondo dall’incapacità di mettere in atto politiche efficaci per dare risposta a tali dinamiche. Il terzo è l’essere entrati in una fase in cui il non agire con misure adeguate e incisive non lascia l’Italia solo in posizione più debole rispetto al resto d’Europa, ma la espone maggiormente a un inasprimento continuo degli squilibri.

La causa della distorsione della struttura per età non è la longevità ma la persistente bassa natalità che produce il processo di degiovanimento, ovvero la riduzione continua della consistenza delle nuove generazioni. Dai dati delle ricerche più solide disponibili sul confronto tra intenzioni e comportamenti emerge che l’Italia è tra i Paesi sviluppati con maggior divario tra numero di figli che le donne che si trovano oggi alla fine della vita riproduttiva (attorno ai 45 anni) hanno avuto rispetto a quanto dichiaravano di desiderarne quando avevano 20-24 anni.

Coerenti con questi dati sono le evidenze oggettive del minor investimento italiano nelle politiche familiari e a supporto dei progetti genitoriali.  Il World Population Policies 2021 mostra che i Paesi con politiche di sostegno alla natalità hanno superato nel mondo quelli impegnati nella riduzione. Si tratta dei Paesi con fecondità sotto a 2. Oltre al congedo di maternità, lo strumento più adottato è quello dei servizi per l’infanzia fondamentali per la conciliazione tra lavoro e famiglia (88%), seguito dal contributo economico (78%) e dal congedo di paternità (73%).

Su tutte queste misure l’Italia è lontana dalle migliori esperienze internazionali. Nel 2019 le nascite sono state circa 420 mila con un tasso di fecondità pari a 1,27. La soluzione è l’inversione di tendenza delle nascite riportandole sopra 500 mila che stabilizzerebbe la fascia sotto i 20 anni e quasi dimezzerebbe la riduzione nella fascia giovane e centrale adulta (tra i 20 e i 54 anni). Tutto questo grazie all’azione combinata di una fecondità che sale verso una media di 1,8 figli e il contributo delle migrazioni (con saldo migratorio annuo che si stabilizza attorno a 250 mila).

È importante precisare che investimento sulla qualità e riduzione degli squilibri quantitativi fanno parte di uno stesso processo di convergenza verso lo scenario alto: da un lato minori squilibri rendono disponibili maggiori risorse da investire sulla qualità (formazione, lavoro, ricerca e sviluppo), d’altro lato una migliore occupazione di giovani e donne - con politiche che rafforzano la conciliazione tra lavoro e famiglie – favorisce l’aumento di nuovi nuclei e nascite.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Rosina Alessandro
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2023
Pagine
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2023-08-07
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Sole 24 ore
Subtitolo in stampaIl Sole 24 ore, 07-08-2023
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Rosina Alessandro
Attori
Parole chiave: Analisi demografica Famiglia Longevità