Ci sono campi di applicazione della realtà virtuale, come ad esempio quello terapeutico e riabilitativo, che convincono anche i più scettici, e il progetto Cave ne è l'esempio più lampante. Primo ospedale al mondo, l'Istituto Auxologico di Milano, in collaborazione con l'Area 360 Reply, da tempo sta sperimentando con successo la TIV (Telepresenza Immersiva Virtuale) su tre distinte tipologie di pazienti: chi ha disturbi cognitivi a stadi iniziali, chi ha problemi motori dovuti a ictus e Parkinson, e chi soffre di stress, ansia e panico. A seconda della terapia, la persona viene condotta all'interno di una due stanze virtuali di tre metri per tre a disposizione, "due cave appunto", e immersa in un ambiente ricco di sollecitazioni cognitive, uditive, visive, olfattive e tattili. Il paziente indossa solo un visore e una serie di biosensori per monitorare battito cardiaco e tensione muscolare. E, come raccontato da Marco Stramba-Badiale direttore del Dipartimento Geriatrico-Cardiovascolare e del Laboratorio Sperimentale di Ricerche di Riabilitazione e Medicina Cerebrovascolare dell'Auxologico di Milano al via del progetto: "Il Cave costituisce uno strumento straordinario per la riabilitazione nel post ictus, nelle fasi iniziali della demenza senile o per la cura di malattie come il Parkinson. Grazie a questa tecnologia è infatti possibile, ad esempio, facilitare il ritorno a casa dell'anziano, simulando situazioni di vita quotidiana ma in un ambiente controllato".
(Fonte: tratto dall'articolo)