Dal 1° al 31 maggio la French Bridge Federation (FFB), in collaborazione con la Federation for Reserch on the brain (FRC), invita i suoi club a organizzare tornei di solidarietà a beneficio della ricerca sul cervello. Non è un mistero che l’attività fisica e l’impegno intellettuale facciano bene al cervello e aiutano a proteggerlo da alcune malattie neurodegenerative.
Studi scientifici hanno dimostrato che il bridge, un gioco di carte che unisce memoria e deduzione, avrebbe un effetto protettivo sul cervello. Secondo i ricercatori americani il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer per il giocatori abituali di bridge diminuirebbe del 75%. Inoltre, uno studio francese conferma questi risultati impressionanti spiegando che oltre alla stimolazione intellettuale, sono anche le interazioni sociali indotte da questo gioco a mantenere il cervello sano.
Infatti la ginnastica intellettuale e la stimolazione della memoria che i bridgeur sviluppano respingerebbero significativamente gli effetti delle patologie neurodegenerative.
D’altronde alcuni istituti di cura specializzati spingono sul gioco del bridge per mantenere allenata la memoria dei loro pazienti.
Questo è il motivo per cui la FRC finanzierà progetti di ricerca nel 2020 sul tema: "Il cervello protetto dal suo ambiente". Da un lato, la salute del nostro cervello potrebbe essere protetta da dannose aggressioni ambientali, dall'altro, le malattie cerebrali potrebbero essere prevenute grazie a un ambiente favorevole.
Questo è il concetto di neuroprotezione, che in effetti è sinonimo di prevenzione delle malattie neurologiche e psichiatriche.
(Sintesi redatta da: Miuccio Angela)