A fare la differenza in termini di salute e longevità non è la silhouette, bensì la percentuale e la distribuzione del grasso corporeo. Lo sostiene un rapporto pubblicato su Annals of Internal Medicine, basato sull’osservazione per più di un quinquennio di oltre 54mila adulti over 60. In entrambi i sessi, la cifra percentuale è decisiva: è sufficiente attestarsi al di sotto del 32% di grasso per gli uomini e del 34% per le donne per non correre rischi. Lo studio, inoltre, ridimensiona l’importanza di due valori spesso considerati indicatori della buona o cattiva forma e dunque della longevità, ovvero il peso e l’indice di massa corporea (Bmi o Imc, che si ottiene dividendo il peso in kg per il quadrato dell’altezza in metri). Quest’ultimo da solo non basta a stabilire se una persona è obesa, perché può dare risultati fuorvianti: peso, Bmi e altre misure antropometriche comunemente utilizzate, devono essere sempre considerate nel loro insieme e correlate ai parametri ematochimici e funzionali. Inoltre è importante la localizzazione della massa adiposa: a livello del girovita è l’indicatore di un eccesso di grasso viscerale, che aumenta i rischi di malattie cardiovascolari e di diabete. Il limite da non oltrepassare è di 88 cm per le donne e 102 per gli uomini, indipendentemente dall’altezza e dall’età.
(Sintesi redatta da: Marcello Mamini)