Uno studio Censis analizza come la vita in città – soprattutto dei romani – influisca sul decorso del diabete. Lo studio realizzato in collaborazione con Sid – Società Italiana di Diabetologia e Ams – Associazione Medici Diabetologi ha analizzato ha preso in considerazione diversi aspetti sociali, come il reddito e il luogo di residenza e diversi determinanti culturali, come le tradizioni e l’istruzione. L’analisi qualitativa condotta dal Censis individua quattro “tribù” di persone (“Salutisti da contesto”, “anziani medicalizzati”, “cittadini fatalisti”, “giovani preoccupati ma indisciplinati”) con diabete tipo 2, che percepiscono e vivono la malattia in maniera diversa nell’area metropolitana di Roma. I salutisti da contesto vivono in prevalenza fuori Roma e sono accomunati dall’attenzione per uno stile di vita sano che essi stessi collegano alle caratteristiche del luogo di vita. Vivono fuori città anche gli anziani medicalizzati che, a differenza dei precedenti, non hanno un diabete ben controllato. Gli altri due gruppi vivono in prevalenza a Roma città; “i cittadini fatalisti”, denominati così perché convinti che avere il diabete non dipenda da loro e non credono che adottare uno stile di vita sano possa fare la differenza e “i giovani preoccupati ma indisciplinati”, caratterizzati dalla giovane età e dal fatto di dichiararsi preoccupati e condizionati dalla malattia . La frequenza di visita la Centro di diabetologia varia molto nelle quattro categorie. I meno assidui sono gli anziani tanto che il 41,7 per cento vi si reca una volta l’anno o meno. Mentre oltre il 70 per cento de “i cittadini fatalisti” si reca al Centro di diabetologia una volta ogni 3-6 mesi e oltre il 62 per cento de “i giovani preoccupati ma indisciplinati” ogni 3 mesi. Erik Vilstrup Lorenzen, Ambasciatore di Danimarca a margine della presentazione dei risultati spiega: “Il compito è chiaro: per combattere il diabete è necessario aumentare l’attenzione sulla salute e sullo sviluppo urbano in modo da creare ‘città vivibili’. In breve, dobbiamo creare un ambiente urbano che promuova la salute come una parte fondamentale dell’infrastruttura e delle funzioni delle città”.
(Fonte: tratto dall'articolo)