I sindaci di Milano, Roma, Bari, Bologna, Genova e Torino hanno firmato l’Urban Diabetes Declaration, un impegno ad accelerare l’azione di prevenzione del diabete tipo 2 e delle sue complicanze nelle loro città, in linea con gli obiettivi del progetto internazionale Cities Changing Diabetes, ponendo così l’Italia in prima linea nella lotta al diabete urbano.
L’annuncio è stato dato in occasione della tavola rotonda sul tema, organizzata in occasione della XXXVII assemblea nazionale Anci-Associazione nazionale comuni italiani, a cui hanno garantito la loro presenza numerosi rappresentanti delle amministrazioni delle città italiane.
Oggi, il 65% delle persone con diabete vive nelle aree urbane e questa percentuale supererà il 70% nel 2040.
Se da un lato le città sono motore di crescita economica e innovazione, dall’altra sono alla base di disuguaglianze di salute, influenzando il modo in cui le persone vivono, mangiano, si muovono, tutti fattori che hanno un impatto sul rischio di sviluppare il diabete.
“Il diabete urbano, con la sua avanzata può diventare causa, se già non lo sia, di pressioni insostenibili a livello umano ed economico non solo sui singoli individui, ma sull’intera comunità e sui sistemi sanitari”, afferma Agostino Consoli, Presidente della SID-Società italiana di diabetologia.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)