Antonella Santuccione Chadha, neuroscienziata e medica esperta di medicina di genere di precisione e ceo dell’organizzazione no-profit Women’s Brain Project spiega che le donne rappresentano un enorme bacino di pazienti sotto diagnosticato, che mette in evidenza due elementi: la mancanza di ricerche specifiche dedicate alle donne e alle loro peculiari caratteristiche fisiche e non solo. Per questo, dice, è necessario uscire dall’idea della medicina che va bene per tutti, per andare verso la medicina di precisione.
Infatti la medicina che conosciamo oggi è stata sviluppata prevalentemente per i maschi e, se si guarda ai dati di genomica, per lo più giovani e in salute. La ricerca per essere valida deve includere la maggiore tipologia di diversità possibili, dall’etnia, al sesso, al genere, l’età. Le diagnosi di Alzheimer alle donne vengono fatte con ritardo rispetto a quelle degli uomini; per la sclerosi multipla le donne vengono diagnosticate 2-3 anni dopo l’insorgenza dei primi sintomi.
L’intelligenza artificiale potrà essere decisiva anche in molti altri aspetti: per esempio, dice ancora la neuroscienziata, è stato dimostrato che i machine learning models riescono a diagnosticare nelle donne i sintomi precoci dell’Alzheimer, a differenza di quanto il medico non riesce a fare con le scale tradizionali di valutazione, perché si è visto che le donne mascherano maggiormente il sintomo avendo una maggiore fluidità verbale. L’utilizzo dell’AI, quindi può dare quella spinta necessaria ad attenuare la disuguaglianza legata al genere in medicina, una disuguaglianza che va resa sempre più consapevole e messa in primo piano per essere realmente affrontata.
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)