I dati raccolti dal progetto europeo NU-AGE coordinato da Claudio Franceschi, docente di immunologia presso l’Università di Bologna, sono stati illustrati di recente in un convegno a Bruxelles. Il progetto, condotto su un migliaio di volontari tra Italia, Francia, Gran Bretagna, Olanda e Polonia, punta a dimostrare che un approccio integrato fra tutti i componenti della dieta mediterranea, può contrastare il processo di invecchiamento fisico e mentale degli over65. «Questo – spiega Franceschi – è il primo progetto che valuta a fondo gli effetti della dieta Mediterranea sugli anziani. Per questo stiamo usando le tecniche più avanzate, come la metabolomica, la trascrittomica, la genomica e l’analisi del micriobiota intestinale». I primi dati del progetto, iniziato nel 2011, dimostrano che un anno di dieta mediterranea riduce i livelli di proteina C reattiva, una delle molecole infiammatorie più importanti nei processi di invecchiamento del nostro organismo. Effetti benefici sono stati riscontrati anche negli anziani con osteoporosi. Le sorprese potrebbero non finire qui: i ricercatori stanno ancora analizzando i dati sugli effetti di questa alimentazione sulla salute cardiovascolare, sulla digestione e sulla sensibilità all’insulina.
(Sintesi redatta da: Antonella Carrino)