La pandemia da Covid-19 ha accelerato la digitalizzazione dei servizi sociosanitari. Si tratta di un processo che gestori e operatori stanno apprendendo spesso da autodidatti e nel quadro di problematiche alquanto delicate. Due esempi, tra i molti: la creazione di nuove disuguaglianze sia tra il personale che tra le persone assistite, oltre che nella popolazione in generale, e i rischi di impoverimento relazionale che coinvolgono anche le relazioni di cura. Connettività, strumentazione adeguata, setting appropriato, consapevolezza delle implicazioni etiche e delle responsabilità legali, compongono la linea di confine tra il mantenere o meno un livello professionale, assistenziale, comunque relazionale dignitoso.
La digitalizzazione richiede inoltre la ridefinizione dei servizi e del rapporto tra operatori e utenti. Gli attori coinvolti necessitano di un livello basico di competenze digitali. Insieme all’improcrastinabile aggiornamento dei curricula, deve crescere la fiducia nei confronti degli strumenti adottabili, e per questo è indispensabile che nelle imprese sociali si tematizzino criticamente i temi dell’usabilità, dell’accettabilità e della valutazione di esito e di impatto. Gli operatori sono chiamati a maturare consapevolezza e competenze legate al loro doppio ruolo di utilizzatori e di mediatori/facilitatori nei confronti delle persone e famiglie.
Tutto ciò comporta un rapporto attivo con i provider tecnologici, fatto di: consapevolezza del know how, delle risorse e degli asset strategici posseduti; capacità di operare scelte strategiche in funzione degli obiettivi di innovazione che si intendono raggiungere; affinamento dell’analisi delle offerte; soprattutto capacità di valutare l’impatto che hanno nella vita concreta delle persone e relative famiglie assistite. In una prospettiva di medio-lungo periodo, vi sono poi ulteriori temi da tenere presente. Anzitutto il processo di socializzazione tecnologica della popolazione, anche di quella non più giovane.
Questo significa da un lato che chi opera nei servizi e chi ne diventerà fruitore nei prossimi anni vive già oggi in una condizione di frequentazione quotidiana di e con dispositivi e soluzioni digitaliche. E dall’altro che gli attuali anziani seguiti dai servizi, soprattutto quelli che vivono soli, possono manifestare preferenze basate su differenti priorità rispetto a quelle normalmente considerate da ricercatori, operatori, ecc., ovvero riconoscono tali strumenti come fattori di sicurezza (alert, controllo a distanza, teleassistenza, ecc.), e quindi supporto/garanzia per la permanenza nella propria abitazione.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)