Ha finito il liceo da più di trent’anni, ma la grammatica latina è scolpita nella sua mente con inchiostro indelebile. I verbi attivi, passivi e deponenti, le coniugazioni,le declinazioni, i casi rari e le eccezioni. Tutto si è conservato perfettamente intatto come un fossile di mammut sotto i ghiacci della Siberia. L’ex compagno di classe dai capelli bianchi e la memoria prodigiosa, però, si ritrova spesso a vagare per il quartiere in cerca della macchina parcheggiata la sera prima perché non riesce a ricordare dove l’ha messa. Come si spiega? Ciò che ai profani può apparire come una bizzarria della materia grigia è invece un fenomeno ben noto ai neuroscienziati che distinguono tra memoria a lungo termine e a breve termine, e che sono sempre più convinti che il nostro cervello sia impegnato più a dimenticare che a ricordare. Uno studio pubblicato recentemente sulla prestigiosa rivista Neuron si spinge ancora oltre, sostenendo che dimenticare ci rende addirittura più intelligenti.
(Fonte: tratto dall'articolo)