Il semplice fatto di avere un atteggiamento positivo nei confronti dell’invecchiamento può ridurre in maniera significativa il rischio di sviluppare demenza. Il rischio si dimezza tra i portatori della variante e4 del gene APOE. La ricerca, pubblicata sulla rivista Plos One, ha seguito per quattro anni 4765 individui con età media di 72 anni privi di sintomi di demenza. I portatori della variante genetica ad alto rischio demenza ma che manifestavano una visione positiva della vecchiaia avevano il 49,8% in meno di probabilità di sviluppare demenza rispetto a chi manifestava la visione negativa. Tra i soggetti che non possedevano la variante genetica ad alto rischio, chi aveva credenze positive sull’invecchiamento aveva una probabilità inferiore del 43,6% di sviluppare demenza rispetto a quelli che avevano credenze negative. In conclusione, le credenze positive sulla vecchiaia sembrerebbero fornire un elemento protettivo nei confronti della demenza; al contrario le credenze negative sembrerebbero aumentare lo stress e le emozioni dolorose con conseguenze fisiologiche sull’invecchiamento cerebrale. Tali credenze sono culturalmente determinate e possono essere modificate tramite specifici programmi della comunità, fattore che potrebbe far diminuire il rischio malattia su larga scala.
(Fonte: tratto dall'articolo)