Nel Lazio, i fondi regionali per i rimborsi delle rette nelle residenze sanitarie assistenziali sono stati dimezzati nell’ultimo anno. «Dagli originari 30 agli attuali 15, con un taglio che nel triennio raggiungerà ben 45 milioni di euro», denunciano i consiglieri regionali del Lazio Silvia Blasi e Devid Porrello. Con «ripercussioni drammatiche sui malati e i loro familiari, impossibilitati sia a prestare loro assistenza che a sostenere il pagamento». Ma i ricoveri socio assistenziali rappresentano un servizio essenziale «e questo provvedimento a dir poco sconsiderato scarica sulle famiglie il gravoso compito dell’assistenza di malati gravi, affetti da patologie degenerative, e anziani non più autosufficienti». La delibera risale al giugno 2014, ma gli effetti sui bilanci familiari cominciano a farsi sentire ora. «Le tariffe variano rispetto ai redditi, ma molti ci hanno denunciato richieste di rette da 1200 euro al mese - spiega Porrello- per gli anziani non basta più neanche il versamento di tutta la pensione. E i familiari non possono sacrificare i loro stipendi: è un disastro sociale». I tagli, infatti, hanno lasciato letteralmente “in mutande” gli anziani e le loro famiglie, che hanno subito anche «la riduzione dei pannoloni: da 4 a 3 cambi al giorno. Provvedimento economico che risulta inefficiente, oltre per il disagio personale dell’anziano, per l’aumento delle piaghe da decubito». Ora si vuol far “stringere la cinghia” alle famiglie, già troppo oberate oggi, con i figli che non trovano lavoro, o che l'hanno perso, o separati che tornano a casa. Le persone assistite nei presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari sono 367.485 in tutta Italia. Circa 280 mila sono anziani con almeno 65 anni di età (76% degli ospiti complessivi); poco più di 71mila sono adulti tra i 18 e i 64 anni e circa 17mila sono minori con meno di 18 anni (rispettivamente 19% e 5% degli ospiti totali). E, tra gli ospiti anziani, ben 210 mila sono non autosufficienti.
(Fonte: tratto dall'articolo)