Dal Rapporto “La spesa dei comuni per i servizi sociali” pubblicato dall’Istat emerge che le strutture residenziali ( comunali o private convenzionate) assorbono circa il 38% delle risorse destinate dai comuni all’area anziani ed ospitano nel tempo una quota costante di persone ( 0,8%). Importanti sono le differenze territoriali; al Sud solo il 16,9% dei comuni offre questo tipo di assistenza mentre al Nord est si arriva al 56,9% su una media nazionale del 33,3%. Il 37% della spesa sociale per gli anziani è destinata dai comuni all’assistenza domiciliare con una prevalenza di quella socio-assistenziale, che consiste nella cura e igiene della persona e nel supporto nella gestione dell’abitazione. Questo tipo di assistenza, fra il 2010 al , è scesa del 25% mentre, il numero degli anziani assistiti è passato da quasi 176.000 unità nel 2010 a meno di 132.000 nel 2016 (dall’1,4% all’1% degli anziani residenti). Un altro 0,6% degli anziani residenti ( 76.000 soggetti) si somma a questi numeri e riceve Assistenza Domiciliare Integrata. Anche in questo caso si è verificato un calo rispetto al 2010, quando gli anziani assistiti erano 86.000 (0,7%). Importanti le differenze fra Sud e Nord del Paese: nel Mezzogiorno la spesa annua è di 48 euro pro-capite contro 80 euro nelle Isole, 78 al Centro, 91 al Nord-ovest e 159 al Nord-est . Ad eccezione del Nord-est, dove la spesa sociale pro-capite per anziani è diminuita dell’8% dal 2010 al 2016, nel resto d’Italia il calo è molto più accentuato: -19% al Sud, -24% nelle Isole,-34% al Centro e -35% al Nord-ovest.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)