I vari blocchi alle assunzioni che si sono susseguiti, danno alla Pa (Pubblica Amministrazione) italiana il record dell’età media dei dipendenti, quest’anno oltre i 50 anni, senza però alleggerire il peso economico degli uffici pubblici sui nostri conti. La PA italiana ha meno del 15% degli occupati totali, mentre lo stesso indicatore sfiora il 20% nella media Ocse, con il 25% del Regno Unito e il 35% del Nord Europa. In tutto ciò i giovani hanno pagato il prezzo più alto; meno di un dipendente su mille ha meno di 25 anni e solo il 7% è nella fascia tra 25 e 34 anni (negli altri paesi questo gruppo vale il triplo), e la maggioranza è over 50. In molti altri Paesi dell’Unione la pubblica amministrazione costa più che in Italia (anche perché se lo possono permettere). Con la crisi Regioni ed enti locali hanno pagato il prezzo più salato in termini di tagli agli organici, tranne che nei territori autonomi di Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, che già prima si trovavano in vetta alle classifiche per numero di dipendenti. Fra il 2007 e il 2014 gli stipendi medi negli enti di ricerca sono saliti dell’1% nominale perdendo quindi il 10% reale, mentre a Palazzo Chigi sono cresciuti del 31%: la scarsità di risorse dovrebbe spingere a una selezione rigorosa delle priorità, ma nella storia recente della Pa italiana non sembra successo nulla di simile.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)