Si fa un gran parlare di un 'diritto a morire', che sembra un sinonimo del 'diritto alla morte'. Ma se ne può parlare in termini giuridici? Non ha senso giuridico parlare di diritto alla morte, né parlare di diritto alla morte dignitosa. Sensato forse sarebbe prevedere legalmente l’efficacia vincolante di una richiesta di uccisione rivolta, a certe condizioni, a operatori sanitari o affini. Ma così facendo si devono fare i conti con il giuramento ippocratico, il codice deontologico dei medici di ogni parte del mondo, il recente statement dell’Associazione medica mondiale, e tanti altri documenti che senza eccezioni dichiarano eutanasia e suicidio assistito incompatibili con l’attività medica. Bisognerà poi vedersela con il principio di indisponibilità della vita umana, l’ultimo, estremo presidio della funzione di garanzia della vita e della salute che – pandemia docet – nessuno mette in discussione quale finalità essenziale dell’esercizio del potere pubblico, persino in contrasto con molti altri diritti fondamentali di libertà dei consociati.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)