Negli ultimi anni, all’interno del sistema dei servizi rivolti alle persone con disabilità, si sono palesati in modo sempre crescente segnali che indicano in modo inequivocabile quanto sia oramai necessario e urgente avviare un percorso di cambiamento. Segnali che possono rappresentare i sintomi di una crisi del sistema attraverso il quale sono state concepite e realizzate l’insieme delle politiche, dei programmi e delle pratiche tipicamente realizzate in favore delle persone con disabilità.
L’incremento delle aspettative di vita media ha portato in pochi anni i servizi a trovarsi per la prima volta ad affrontare il fenomeno dell’invecchiamento delle persone con disabilità: quella attuale è la prima generazione di persone con disabilità intellettiva a diventare anziane; si verifica un forte incremento di condizioni clinico funzionali particolarmente complesse, come nel caso dei disturbi dello spettro autistico. Questioni che sollecitano il sistema dei servizi ad acquisire un nuovo set di competenze e conoscenze. Dall’altra parte, insieme all’emergere di bisogni sempre più importanti, negli ultimi anni si è fatta strada con sempre più enfasi la questione dei diritti, riconsiderata in una prospettiva completamente diversa da quella di un tempo: la soddisfazione delle condizioni di bisogno fondamentali, legate alla sopravvivenza della persona, non può e non deve in nessun modo esaurire il tema del riconoscimento dei diritti e della persona con disabilità. È oggi infatti condivisa, almeno a livello teorico, la convinzione che le persone con disabilità abbiano diritto non soltanto a sopravvivere, ma ad una qualità della vita soddisfacente. Promuovere i diritti significa quindi sostenere le persone per metterle nelle condizioni di esercitare un ruolo attivo nella costruzione e realizzazione di una esistenza di significato, fornendo medesime opportunità e promuovendo esiti analoghi a quelli di tutte le persone. Ciò richiede di abbandonare definitivamente gli approcci che concepiscono e realizzino i progetti di vita all’interno dei perimetri delle strutture, promuovendo viceversa i processi di inclusione, autodeterminazione ed in generale della qualità della vita.
Questa visione, stimolata dalle importanti evoluzioni intervenute a livello sociale e valoriale, trova nel contempo un forte sostengo nel pensiero scientifico.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)