Quando si parla di disidratazione, significa che l’organismo umano ha perso più liquidi di quelli che ha assunto. Il nostro corpo è composto in gran parte di acqua:

- il 50% del peso corporeo negli anziani,

- il 60% negli adulti,

- l'80% nei bambini.

I liquidi, infatti, vengono dispersi dal corpo durante le normali attività quotidiane tramite la sudorazione, l’urina, la respirazione e vengono reintegrati tramite l’alimentazione.

La disidratazione diventa importante quando la perdita di liquidi supera il 5-6% del peso corporeo.

Alcune cause possono essere: sete, che però, a volte, può non essere presente, come nel caso della disidratazione degli anziani; secchezza di pelle e labbra; aumento della temperatura corporea; crampi muscolari; aumento della frequenza cardiaca; debolezza generale.


La disidratazione è una patologia che se, immediatamente riconosciuta, si recupera subito come, ad esempio, nei casi di disidratazione neonatale o negli anziani.

Per ridurre il rischio di disidratazione ci sono alcune semplici regole come: bere fino a 2 litri al giorno (soprattutto in estate), seguire una dieta equilibrata ricca di frutta e verdura, ridurre l’uso di alcool, caffè e bibite gassate e vestirsi in maniera adeguata senza coprirsi eccessivamente. In particolare negli anziani, poiché lo stimolo della sete si attenua con l’età ed in presenza di altre patologie si può correre il rischio del diabete.

Circa il 20-30% degli anziani sono predisposti alla disidratazione a causa di altre alterazioni fisiologiche connesse all'invecchiamento, soprattutto, gli anziani colpiti dal Morbo di Alzheimer, con minore funzione renale, ipertesi e con disordini intestinali.
Inoltre, le persone di età avanzata con disidratazione, hanno mancanza di attenzione e di concentrazione e sviluppano anche più ferite da pressione. L’assunzione adeguata di liquidi negli anziani è importante per il buon funzionamento renale mentre, un'idratazione insufficiente, può causare una costipazione severa ed in alcuni casi portare alla morte.