L’ultimo in ordine di tempo è Richard Gere, ma prima di lui è toccato a tanti altri, da Robert De Niro a Clint Eastwood. Sono uomini che dopo i 50 o i 60 anni diventano padri. Solitamente, sotto la lente d’ingrandimento finisce l’età della mamma: ogni donna sa che dopo i 35 il rischio che il feto possa avere problemi di salute aumenta e la preoccupazione è quasi sempre accompagnata da specifici esami di diagnosi prenatale. Un bambino nato dallo spermatozoo di un sessantenne non corre rischi maggiori di uno nato dal gamete di un trentenne? «Si parla molto dell’età materna e meno di quella dell’uomo, che tuttavia ha un’importanza rilevante. Le donne hanno un numero di ovuli destinato a terminare a un certo punto della loro vita, un numero che non si rinnova», spiega Francesco Brancati, professore di genetica medica all’Università de L’Aquila e medico genetista. «I gameti maschili, invece, si rinnovano periodicamente e potenzialmente per tutta la vita. Ma non questo non esclude rischi per patologie genetiche che correlano con l’età paterna».
(Fonte: tratto dall'articolo)