Le riforme urbane intraprese a Barcellona hanno portato a miglioramenti e all'eliminazione di barriere insormontabili per le persone con qualche disabilità fisica, ma, d'altra parte, alcune azioni hanno seminato confusione e un certo disagio, avverte la Federazione ECOM, organizzazione che raggruppa di più di cento entità specializzate in questo gruppo. Montserrat García, del consiglio di amministrazione di ECOM, esprime la sua preoccupazione per le difficoltà incontrate dai cittadini non vedenti in alcune zone della città con un'unica piattaforma, ossia tratti di strade dove pedoni e veicoli sono allo stesso livello. “Il problema per i non vedenti è sapere quando finisce il marciapiede e inizia la strada. In una situazione normale il cordolo è il segnale di allerta, ma non sulle singole piattaforme, quindi sarebbe necessario mettere una pavimentazione tattile che indichi gli usi di ogni spazio, per non correre il rischio di invadere la corsia delle auto. I dissuasori non bastano", spiega García.
Xavier Duacastilla, un attivista di un gruppo di persone diversamente abili, in sedia a rotelle dal 2002, si è trasferito a settembre nella sua nuova casa, ma la larghezza del marciapiede davanti a casa sua, appena 80 centimetri, ostacola la sua mobilità. Duacastilla ha dovuto anche modificare i suoi itinerari per superare le barriere architettoniche. Montserrat García sottolinea che Barcellona ha fatto passi da gigante per diventare una città più inclusiva, ma c'è ancora molta strada da fare per completare l'accessibilità universale. E cita gli esempi dei quartieri in collina, "dove alcune fermate degli autobus non hanno marciapiedi". Al contrario, sottolinea che la Catalogna è l'unica comunità in cui "tutti i treni dei pendolari sono adattati alle esigenze dei cittadini con disabilità fisiche". Dall'ECOM chiedono alle autorità di non perdere l'opportunità offerta dai fondi Next Generation per promuovere l'accessibilità universale.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)