I cani anziani hanno qualche nuovo suggerimento da darci? Per gli studiosi probabilmente sì.
Infatti, alcuni scienziati americani di Seattle, stanno conducendo il più grande studio sull’invecchiamento canino, mai lanciato prima d’ora. La ricerca riguarda più di 10.000 cani, di tutte le rezze, età e dimensioni, con la speranza di acquisire nuove conoscenze sulla longevità negli esseri umani.
Il progetto si basa sullo studio di una vastissima quantità di schede tratte dagli studi veterinari, contenenti lo stato clinico degli animali, esempi di DNA canini, batteri intestinali, informazioni su alimentazione e movimento. Daniel Promislow dell’università di medicina di Washington, coodirettore del progetto, è convinto che le informazioni ricavate dallo studio non solo saranno utili a studiare il prolungamento della vita dei nostri amici a 4 zampe, ma avranno grandi risvolti anche per la salute umana. Per esempio, se gli scienziati trovassero un marker genetico del cancro nei cani, potrebbero indagarlo anche nell’uomo.
I proprietari degli animali coinvolti nello studio, dovranno compilare dei moduli on line e portare il loro amico dal veterinario una volta l’anno, o più frequentemente nel caso di test specifici.
Esiste un sito web (the Dog Aging Project’s website) per proporre il proprio animale per la causa.
Il progetto è stato formalmente lanciato 5 anni fa nel corso di un forum scientifico tenutosi ad Austin, in Texas. L’Istituto Nazionale per l’invecchiamento ha stanziato 32 milioni di dollari, nella convinzione che uomini e cani condividono lo stesso ambiente, le stesse malattie e che la minore aspettativa di vita di questi ultimi, permette di raggiungere risultati nella ricerca in tempi relativamente brevi.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)