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Lacatena Anna Paola, Monopoli Paola, Ariano Vincenza

Donne e gioco d’azzardo

Studi Zancan, 5, 2016, pp.37-46

L'indagine sul campo presentata dall'articolo riguarda l'analisi dei dati raccolti dall'Unità di strada "Metroland" del dipartimento dipendenze patologiche dell'Asl di Taranto sulla popolazione giovanile con particolare riguardo al genere femminile. L'articolo contiene un'analisi della dipendenza patologica da gioco nelle donne adulte e mature.
L'universo femminile è stato considerato per lungo tempo estraneo al gioco d'azzardo e nonostante i dati dicano che la percentuale tra i giocatori patologici trattati nei centri di recupero sia di 4,5 uomini per 1 donna, la realtà delle donne giocatrici sta emergendo e, in alcuni settori, superando già quella degli uomini. L'età media delle donne giocatrici è più alta rispetto alla media maschile, e il passaggio alla dipendenza più veloce. Si tratta soprattutto di giochi come superenalotto, lotto, gratta e vinci, giochi telefonici, win for life, lotterie. Le motivazioni che spingono le donne verso il gioco sono legate al bisogno di denaro, ma anche per stare in compagnia. Dalle indagini condotte, le donne giocano d'azzardo per noia, solitudine, depressione, frustrazione. Le donne anziane spendono il 144% delle loro entrate (indagine del 2004) due volte più delle altre fasce di età. La consapevolezza dell'avanzare dell'età, la diminuzione delle forze fisiche e intellettive, la pubblicità, la crisi economica e la paura della povertà possono predisporre psicologicamente a tentare il colpo di fortuna con il gioco d'azzardo. La giocatrice patologica donna subisce una maggiore stigmatizzazione e soffre di un isolamento sociale maggiori rispetto a un giocatore uomo perché si ritiene che venga meno al suo ruolo di garante del menàge familiare e del suo ruolo materno. Secondo l'indagine condotta dall'Asl To2 nel 2011, il profilo della giocatrice patologica è quello di una donna tra i 50 e i 59 anni, coniugata, con un livello di istruzione medio, economicamente autonoma che inizia a sviluppare la dipendenza dal gioco tra i 40/49 anni, a seguito di un divorzio o una separazione, spesso in terapia psicofarmacologica ansiolitica/antidepressiva. Sembra confermato che nelle donne adulte lo sviluppo di questa dipendenza sia collegata a problemi di carattere affettivo-relazionali; giocano per fuggire a situazioni stressanti o a condizioni di vita insoddisfacenti, come risposta a sentimenti di inadeguatezza, solitudine, disvalore di sé, frustrazione, impossibilità di rompere rapporti coniugali.

(Sintesi redatta da: Laura Rondini)

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Autore (Cognome Nome)Lacatena Anna Paola, Monopoli Paola, Ariano Vincenza
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2016
Pagine37-46
LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo19000101
Numero5
Fonte
Approfondimenti Online
FonteStudi Zancan
Subtitolo in stampaStudi Zancan, 5, 2016, pp.37-46
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Laura Rondini)
Volume
Approfondimenti
Lacatena Anna Paola, Monopoli Paola, Ariano Vincenza
Parole chiave: Dipendenze Donna