L'Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro, nell'indagine "Donne al lavoro: o inattive o part-time", fotografa la situazione del lavoro part-time (spesso involontario) cui sono costrette le donne italiane. Ne analizza anche l'impatto sulle retribuzioni e sulle pensioni. Nel 2017, oltre il 50% delle assunzioni di lavoratrici donne in Italia è a part-time. Le conseguenze si vedono dalla prima busta paga che, nel 35,7% dei casi, comporta uno stipendio mensile inferiore a 780 euro. Le differenze salariali sono maggiori al Sud e nel Centro Italia. L'Osservatorio quantifica in circa 1,8 milioni le donne “vittime” di part-time involontario per l’impossibilità di conciliare i tempi della maternità e della vita familiare con il lavoro. La discontinuità del lavoro e il part time riducono costantemente la possibilità delle donne di accedere alla pensione di vecchiaia. Il Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca sostiene per questo la necessità di rafforzare i servizi di assistenza per la cura dei figli o delle persone non autosufficienti.
(Fonte: www.consulentidellavoro.it)