Per i ricercatori fino ai 30 anni di età il cervello impara, si modifica e «cresce». Poi inizia a «contrarsi» per la perdita dei neuroni, con una velocità che aumenta molto dopo i 60 anni: il volume cala soprattutto nelle aree frontali, deputate al ragionamento e al controllo delle emozioni, e nell’ippocampo, coinvolto nei processi di apprendimento e memoria.
Contemporaneamente la corteccia cerebrale si assottiglia perché le cellule, diminuendo, si diradano e hanno meno connessioni fra loro, come testimonia anche la riduzione della sostanza bianca in età avanzata; ciò, insieme a una diminuzione nella produzione dei neurotrasmettitori attraverso cui i neuroni dialogano, man mano rallenta le funzioni cognitive.
Non è invece ancora chiaro se nel cervello adulto si formino o meno nuovi neuroni: alcuni ricercatori ritengono che possa accadere perfino dopo i 70 anni, almeno stando a risultati di uno studio della Columbia University su autopsie di persone di varie età. Ulteriori indagini suggeriscono l'esistenza della neurogenesi in età adulta, prima di diventare molto anziani, e nell’ippocampo si creino fino a un centinaio di nuovi neuroni ogni giorno.
Dunque anche da anziani si possono migliorare le performance cerebrali ricorrendo a tutte le attività che stimolano attivamente il cervello: leggere, socializzare, visitare musei, apprendere nuove tecniche e abilità. Ricordando che il cervello ha varie capacità da esercitare: memoria, attenzione, concentrazione, linguaggio, logica, creatività, ragionamento. Ognuna va stimolata con attività diverse, anche per questo non ne esiste una migliore in assoluto.
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)