Si esamina il discorso delle autorità politiche svizzere nel contesto dello sviluppo di pensioni di vecchiaia e le pensioni di reversibilità nel XX secolo e di come ha dato senso alla nuova categoria amministrativo dei beneficiari della pensione di vecchiaia.
Questo significato è stato costruito sulla base delle norme morali di riferimento, che ha definito una specifica figura sociale della vecchiaia: il «pensionato meritevole». Si esaminano le ragioni e le implicazioni della scomparsa di quella figura a favore di quella dell' «anziano attivo», promosso dalla fine del XX secolo come modello desiderabile di invecchiamento. Questo non solo rappresenta un «nuovo paradigma dell'azione pubblica» (Guillemard, 2013), ma è anche un modo per dare un senso alla riforma delle pensioni e la riforma del welfare in senso più ampio. La trasformazione ha due implicazioni. Da un lato, l'invecchiamento attivo rappresenta un rifiuto della figura passiva del pensionato che si ritira dalla società a vivere i suoi ultimi anni in attesa della morte. D'altra parte, rappresenta una rimessa in questione della norma morale che dà diritto alla persona anziana a ricevere il sostegno incondizionato da altri membri della società durante gli anni in cui lui/lei non è più ritenuta adatta a servire lo Stato attraverso la partecipazione al lavoro produttivo.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)