Franco Turri, segretario generale della Filca-Cisl parla del problema degli incidenti sul lavoro nell’edilizia, sottolineando la crescita di vittime con più di 60 anni. «Il ministro Poletti ha recentemente detto che una persona non dovrebbe più andare in un cantiere a 60 anni. Ma per questi lavoratori l’età pensionabile è troppo lontana. Proprio per il tipo di lavoro, legato allastagionalità e alla durata dei cantieri, hanno buchi contributivi e quindi possono puntare solo alla pensione di vecchiaia. Il che vuol dire continuare a salire sulle impalcature con un fisico non più adatto. Per loro il lavoro è più duro, più pesante e col caldo e il freddo diventa tutto più complicato e accadono gli incidenti». Insomma «lavoro a tutti i costi, quando hanno la fortuna di averlo... Anche perché a più di 60 anni quando un cantiere finisce è difficile essere riassunti. Ovviamente si preferiscono i giovani. E allora i sessantenni magari accettano un rischio maggiore...». Diverse proposte sono state fatte dal sindacato edile Cisl: agevolare l’uscita verso un lavoro più leggero, magari con agevolazioni per le imprese; prevederela pensione anticipata a 62 anni senza penalizzazioni; far valere di più gli anni di contributi per certe lavorazioni del settore edile o, infine la "navetta pensionistica", forme di sostegno al reddito per arrivare alla pensione con fondi pubblici, della contrattazione figurativa, degli enti bilaterali. Anche perché la crisi economica ha portato in cantiere tante persone non preparate e non tutelate. Turri propone «Di fronte a ditte sempre più piccole e meno preparate noi proponiamo una sorta di"patente per imprese" perché oggi è troppo facile aprire un cantiere». Turri a concluso ricordando la piaga del lavoro nero e della mancanza di controlli nei cantieri soprattutto al Sud.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)