Grazie al vecchio sistema previdenziale,secondo l’Inps ci sono quasi mezzo milione di persone in Italia che incassano la pensione da oltre 37 anni, e più di 700 mila anziani percepiscono assegni da almeno 35 anni. Infatti l’età in cui si andava in pensione prima del 1980 nel settore pubblico è di 49,9 anni per la vecchiaia e di 46,4 per l'anzianità, e ai superstiti da assicurato è di 41,5 anni (45,7 per i superstiti da pensionato). Questi dati testimoniano l’impatto avuto dalle pensioni baby, introdotte nel 1973 e cancellate dal governo Dini nel '95 sulla previdenza italiana. Sono uscite dal mondo del lavoro persone under 40 con soli 20-25 anni di contributi, a seconda del settore o meno (14 anni sei mesi e un giorno per le donne con figli). I lavoratori pubblici andati in pensione tra i 35 e i 39 anni e che ora hanno un’aspettativa di vita di 85 anni. Prenderanno la pensione per almeno il triplo degli anni di contribuzione: e sono 17 mila gli italiani che hanno smesso di lavorare a 35 anni e altri 78 mila sono andati in pensione tra i 35 e 39 anni. Gli importi medi degli assegni del settore privato liquidati prima del 1980 sono inferiori a mille euro al mese, mentre per le pensioni dei pubblici l'importo medio supera i 1.660 euro al mese. Quindi in pratica gran parte di queste persone grazie all’uscita così anticipata riceve trattamenti che, nel complesso, superano largamente il triplo dei contributi versati.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)